domenica 4 ottobre 2015

11: Dostoevskij - Delitto e Castigo


Leggendo questo libro, la che cosa che il più delle volte mi è venuta in mente, è di come molte persone (anche troppe oserei dire) approccino i classici del genere, etichettandoli come mattoni o letture pesanti, anche "pallosi" per usare un gergo da poco tempo ascoltato in alcune conversazione. Partono con un pregiudizio di fondo che ritengo essere inopportuno e insensato. Posso riconoscere che alcune letture siano più pesanti rispetto ad altre ed anche meno scorrevoli, ho ancora la mia personale esperienza con Cent'anni di solitudine sulle spalle. Ma nonostante questo ne riconosco il grande valore letterario. Perdersi delle letture del genere, e ora mi riferisco nello specifico a Delitto e Castigo, non riesco proprio a capacitarmene. Qui si tratta di perdersi una lettura in se ricca di significati, ricca di spunti di riflessione, ci si ritrova totalmente immersi nella lettura che risulta essere di una scorrevolezza appagante. Mi sono letteralmente divorato capitolo dopo capitolo, Dostoevskij è riuscito a dare un ritmo sempre più incalzante pagina dopo pagina, ci si ritrova senza rendersene conto ad aver trascorso ore e centinaia di pagine lette con quella voglia di continuare e vedere cosa succede. Non è mia abitudine, nelle mie recensioni, scrivere della trama, non lo farò nemmeno adesso ma voglio soffermarmi sui personaggi che Dostoevskij ha tratteggiato magnificamente in questo meraviglioso romanzo. Immancabilmente, come mi era capitato con L'Idiota, ci si affeziona al protagonista, Roskol'nikov, ex-studente tormentato da mille pensieri, che nonostante compia un atto disdicevole, nei suoi deliri, ha una morale di fondo su cui si possa riflettere e dibattere a lungo. Alcune parti del romanzo infatti, sono così ricche del pensiero dell'autore che si potrebbe discorrere per ore ed ore sui suoi immortali pensieri. Dostoevskij, ha messo tanto della sua vita in questo libro, il suo pensiero lo ha trasmesso con i suoi romanzi e lo ha proposto adesso a noi, diventando di diritto uno tra i tanti immortali della letteratura. Perdersi tutto questo lo reputo un delitto e non può essere di certo un castigo una lettura del genere. Sono queste infatti, le letture che portate a termine, immancabilmente ti fanno sentire una persona migliore, ti arricchiscono l'anima e non ci si potrà mai stancare di rileggere. Ora capisco perfettamente, citando Italo Calvino, il significato del modo di dire "rileggere un classico." 
Non mi resta che consigliare vivamente a tutti questa lettura, la quale non vi lascerà affatto indifferenti e consiglio vivamente di non soffermasi al banale pregiudizio che "classico" significhi necessariamente "palloso".

Ci tengo a ringraziare il mio caro Amico e compagno di passioni, A.C. per aver letto insieme questa bellissima lettura che di certo, non sarà l'ultima.

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