domenica 10 agosto 2014

Pascal Marcier - Treno di notte per Lisbona

Ieri sera, preso dall'euforia della lettura, ho portato a termine la lettura di questo capolavoro contemporaneo di Pascal Marcier (Peter Bieri). Lo consiglio a tutti! 


Note di copertina
Voleva veramente buttarsi dal ponte la donna trattenuta da Raimond Gregorius, compassato insegnante svizzero di lingue morte? Gregorius non sa nulla di lei, se non che è portoghese. Basta però quella parola a dare un nome all'inquietudine che da tempo lo agita e in cui l'episodio lo ha precipitato. Qualche tempo dopo, complice la scoperta in una libreria antiquaria delle opere di un enigmatico scrittore lusitano, Amadeu Ignacio de Almeida Prado - coraggiosa figura di medico intellettuale dissidente durante il regime di Salazar -, l'altrimenti prevedibilissimo professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di ritrovare le tracce del misterioso autore che tanto ha colpito la sua fantasia.

Pascal Marcier (Berna 1944) è lo pseudonimo con cui Peter Bieri, docente di Filosofia della Freie Universitat di Berlino, firma le sue note di narrativa. Ha pubblicato numerosi romanzi. Nel 2007 con Treno di notte per Lisbona ha vinto il Premio Grinzane Cavour. Nel 2008 per Mondadori è uscito Partitura d'addio.

Ed ora finalmente la mia personalissima opinione. L'unica critica che sento di muovere a questo libro è rivolta solamente alle Note di copertina, giuro che non le riesco a mandare giù, le trovo scritte malissimo e, se non fosse stato per il film, non lo avrei mai comprato. Infatti è stato proprio grazie al film che mi sono accostato a questa lettura e devo dire che ne sono rimasto ammaliato e gratificato. Ovviamente il libro è di gran lunga più bello del film, quando mai succede il contrario? Fatto sta che anche il film non mi è dispiaciuto affatto e rispecchia molto bene l'anima del libro. Anzi le anime. Esatto perché in questo libro, scritto in magistralmente, veniamo totalmente catturati dalla vita dei due protagonisti. Abbiamo Gregosius, un insegnate svizzero di lingue antiche, e Amadeu Prado, aristocratico medico portoghese. Due anime e due libri. Già, perché la vita tormentata di Amadeu la viviamo e la ripercorriamo grazie un libro di cui Gregorius viene in possesso. Le Parole scritte da Prado risvegliano un qualcosa di nascosto nell'animo dell'insegnante, tanto da fargli mollare tutto e partire per Lisbona alla ricerca del medico. Inizia così un viaggio nel tempo, un viaggio nel passato di Amadeu che allo stesso tempo è anche un viaggio alla scoperta di se stesso. Solo che l'aristocratico è morto molti anni prima. Più Gregorius scopre della vita del medico portoghese, grazie a tanti personaggi che hanno fatto parte della vita di Prado, e più si rende conto di quanto la sua vita stia man mano cambiando verso un'altra direzione.
Leggendo questo libro mi sono terribilmente affezionato a questi due personaggi, che in fondo, hanno tanto in comune. Sono descritti tanto bene che mi sarebbe piaciuto molto conoscerli nella vita reale se fossero esistiti veramente. I loro pensieri sono tanto introspettivi da venirne risucchiati. Un vortice di parole che non fanno altro che arricchire il lettore e farlo riflettere su tante cose. Leggendo il libro si capisce benissimo che lo scrittore è un insegnante di filosofia. Una lettura che ha tanto da dare e una volta portata a termine ci si sente con tanto in più. Ci si sente l'anima e lo spirito arricchiti e neanche noi alla fine della lettura siamo più gli stessi. Ovviamente è una mia personalissima opinione e quindi, lode a questo scrittore che è riuscito, nel panorama contemporaneo, a far uscire un capolavoro del genere, con quel tocco e quel sapore dei libri classici che non muoiono mai.


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